Lo studio profuma sempre di agrumi e cannella, come lo shampoo che Chiara usa per i suoi lunghi capelli biondi, sempre perfettamente in ordine, fermati solo dalle asticelle di quegli occhiali che danno giusto quel tocco di severità alla sua perfetta immagine.

Ecco…gli amici a cui chiedi di descrivere Chiara con un solo aggettivo, scelgono sempre lo stesso: perfetta.

Chiara ha due figli, di 6 e 4 anni. Suo marito, Giorgio, è il suo amore di ragazza. Stanno insieme praticamente da sempre e insieme sono…perfetti.

Giorgio un giorno le presenta Alessia, un’amica. La invita anche a casa a cena, una sera. Un giorno i bambini le dicono che “l’amica di papà si è fermata a cena una sera che lei si era trattenuta in studio fino a tardi per un’urgenza”. Ma Giorgio ribadisce che “si tratta solo di un’amica, e non c’è niente di male a cenare con un’amica. Tanto più che c’erano anche i bambini”.

Chiara non è proprio convinta, ma in fondo non è un ragionamento così sbagliato, e cessa ogni gelosia, almeno apparentemente. Dentro di lei, inizia a covare un dubbio. Tanto più che improvvisamente è Giorgio a cominciare a sollevare dei sospetti sulla sua fedeltà. Quando Chiara deve allontanarsi da casa per lavoro, lui le chiede di inviargli delle foto del luogo in cui si trova, e di fargli delle videochiamate notturne, per dimostrargli che è sola nella camera d’albergo. Si presenta anche in studio a sorpresa per essere sicuro che lei sia dove gli ha detto di essere. I suoi atteggiamenti diventano sempre più morbosi, aggressivi e violenti, e Chiara inizia davvero a spaventarsi. Ma sarà un periodo, si dice.

Ma più Giorgio manifesta questi suoi dubbi, più lui stesso si allontana dalla vita di coppia, al punto di non dormire nemmeno più nello stesso letto con sua moglie. Quando ormai dopo mesi di questa situazione Chiara prende il coraggio di fargli notare che ormai non sono più neanche marito e moglie, lui diventa ancora più aggressivo e violento, scaricando su di lei e sulla sua vita apparentemente perfetta, la colpa delle sue insicurezze.

Una sera nel mettere a letto i bambini, Chiara li trova in lacrime, e solo dopo molte insistenze chiedono a Chiara “perché è così cattiva da voler mandare via papà di casa, perché lo fa sempre piangere?”. Chiara capisce che Giorgio non si limita più a offenderla, ad aggredirla, ma cerca di colpirla nel suo punto più debole: i suoi bambini. Li sta mettendo contro di lei, giocando a fare la vittima.

Una notte, al rientro da un’uscita “con degli amici”, Chiara sente Giorgio avvicinarsi al suo letto, e continua a fingere di dormire. Giorgio si avvicina piano, cerca di non svegliarla. Chiara sente il parquet scricchiolare sotto il passo di Giorgio, che si appoggia al bordo del letto e le sussurra:

“Sei una psicopatica, ti rovino, sputtano te e la tua famiglia…stai attenta, guardati le spalle, sei una sfigata, non ce la farai mai da sola…tu mi vuoi morto ma qualcuno mi vendicherà”.

Poi la prende per le braccia, le sputa in faccia e la ributta violentemente sul letto prima di andarsene sbattendo la porta. Chiara è terrorizzata, non ha la forza di reagire. Non capisce cosa sia successo all’uomo che amava, col quale è cresciuta e che l’ha resa madre di quelle due meravigliose creature.

Riesce solo a trattenere il fiato fino a quando non sente la porta di casa chiudersi dietro Giorgio, che se ne è andato, forse per sempre.

Si riaddormenta a fatica e la mattina appena sveglia decide di togliersi la fede, in un gesto simbolico. Ma la fede non vuole saperne di venire via dal suo dito. E quindi Chiara rimane simbolicamente legata in quel cerchio perfetto che è in fondo anche la sua prigione.

Chiara teme che Giorgio voglia farla passare per pazza, distruggendo l’immagine sua e della sua famiglia. Non riesce in nessun modo a superare la paura della vergogna e il terrore di essere separata dai suoi bambini.

Non parla con nessuno, non si confida con nessuno. Fino al giorno in cui un’amica, per puro caso, le racconta di essere stata vittima di violenza, e di essersi rivolta a qualcuno che l’ha aiutata ad uscirne psicologicamente, ed è così che Chiara, in un momento di lucidità, decide di rivolgersi anche lei a qualcuno che la aiuti a scrollarsi di dosso tutte le sue paure, e soprattutto quel costante senso di inadeguatezza nei confronti del resto del mondo.

Una mattina mentre lava una mela sotto l’acqua, la fede le scivola via. È in quel preciso momento che Chiara torna a vivere, e si libera della prigione forzata in cui lei stessa si era costretta a restare.

Sarà la vicinanza della sua famiglia, della psicologa che l’ha seguita, e il suo grande amore per i suoi bambini, a farla sentire finalmente libera e consapevole che da quando ha trovare la forza di reagire, è meno sola di quanto lo fosse prima.