Qualche anno dopo, passati i cinque anni, mentre è al mercato della città per vendere verdure, Veronica viene avvicinata da una donna straniera che le propone un lavoro come modella in Europa. La donna le spiega che lavora per una grossa agenzia sempre alla ricerca di volti nuovi e bellissimi e che con pochi mesi di quello stipendio, sarà in grado di guadagnare quello che basta a mantenere la sua famiglia per tre anni interi. Veronica è titubante per tanti motivi, tra cui il fatto che non parla altre lingue oltre alla sua, se non qualche parola di inglese imparata da qualche canzone. Ma suo padre e sua madre cominciano a invecchiare, e sua sorella è ancora troppo piccola per andare a lavorare ed aiutarli, così Veronica accetta il lavoro. La “coordinatrice”, come si descrive lei, le lascia qualche giorno per sistemare le sue faccende in sospeso, e le dà appuntamento alla stazione dei pullman per la settimana successiva. Si raccomanda di portare i documenti e qualche cambio di abito. Non gliene serviranno tanti, le assicurano, perché l’agenzia provvederà a tutte le sue necessità.
Veronica si presenta all’appuntamento con un piccolo borsone e gli abiti più belli che ha, ci tiene a fare bella figura. In tasca ha giusto qualche soldo per i primi tempi. Il resto lo ha lasciato alla famiglia, che la guarda partire a malincuore.
Veronica viene fatta salire su un pullman insieme ad altre ragazze più o meno della sua età, tutte bellissime, e viene accompagnata dalla coordinatrice in una villa di campagna di una grande città del sud Italia Qui un ragazzo piuttosto giovane le accoglie e spiega loro che le aiuterà ad ambientarsi.
Prende i loro documenti e assegna ad ognuna di loro un “nome d’arte” che dovranno fare attenzione a ricordarsi bene, e a dire ogni volta che verrà chiesto loro come si chiamano.
La coordinatrice si ripresenta dopo qualche ora con gli abiti che dovranno indossare d’ora in poi sul lavoro. È solo in questo momento che Veronica capisce di quale lavoro si tratta in realtà. Le sembra di rivivere l’incubo di tanti anni prima. Di nuovo si rifiuta di indossare quegli abiti e di prostituirsi. E quindi è costretta a subire i colpi e le offese del supervisore, che la chiude a chiave in uno stanzino, senza darle da mangiare.
Veronica è ostinata e la punizione dura quindi quasi una settimana. Una sera intervengono altri due uomini che la massacrano di botte e la minacciano di stuprarla se non si deciderà a fare come le altre, e a guadagnarsi il pane per sé e per la sua famiglia.
A questo punto Veronica, se vuole sopravvivere, deve cedere. O almeno fingere di farlo. Fa in modo di vestirsi male e di non tenere atteggiamenti da prostituta, per non avere clienti, finché riesce a sfuggire ai controlli dei suoi aguzzini, e a giungere alla stazione.
Riesce a prendere un treno e a scappare in un’altra città, dove trova rifugio in una chiesa. Qui racconta la sua storia e qualcuno la accompagna a fare denuncia. Nessuno pensa al fatto che Veronica è in Italia sotto falso nome, ed è priva di documenti. Rischia quindi l’espulsione come clandestina, oltre che una denuncia per falsa dichiarazione. Ma tornare al suo Paese sarebbe un grosso rischio per Veronica, e anche per la sua famiglia.
Uno dei volontari della parrocchia si mette in contatto con un centro antiviolenza dei dintorni, e chiede loro di mettere in moto tutti i meccanismi possibili per non farla rimpatriare.
È così che Veronica comincia un percorso di inserimento sociale, aiutata dal Centro.
Le trovano accoglienza in una cittadina del centro Italia. Per raggiungerlo, deve cambiare quattro treni, e quindi le volontarie del centro le scrivono tutti i cambi con gli orari su un foglio, in modo che in caso di necessità possa chiedere aiuto a un controllore.
Prima di partire, la aiutano anche a procurarsi qualche abito adatto a lei. Lei è felice al pensiero di una vita nuova, e sorride radiosa alla vista di quegli abiti che pofumano di pulito.
Dopo un anno, Veronica conosce Albert, un ragazzo arrivato in Italia da qualche anno, con il permesso di soggiorno e un buon lavoro in un’importante fabbrica della zona.
All’arrivo del primo figlio, decidono di trasferirsi in Francia dove vivono anche alcuni parenti di Albert.
Ora il sogno di Veronica è quello di riuscire a riunire tutta la sua famiglia, portando i suoi genitori e la sua sorellina a vivere con loro.